Cos’è lo spread e perché influisce sui tuoi investimenti
Se c’è una parola che ha fatto tremare i polsi agli italiani negli ultimi 15 anni, è spread.
Nel 2011-2012 non c’era telegiornale che non aprisse con la frase: “Lo spread ha superato quota 500”.
Ricordo ancora l’atmosfera: panico, incertezza, famiglie convinte che “l’Italia stesse fallendo”. Ma quanti, davvero, sapevano cos’è lo spread? Pochi.
Oggi se ne parla meno, ma non significa che sia sparito. Lo spread è ancora un indicatore chiave, che influenza non solo lo Stato, ma anche i tuoi risparmi, i mutui e perfino la vita delle imprese.
Cos’è lo spread (in parole semplici)
Lo spread è, in sostanza, una differenza.
Più precisamente: la differenza tra il rendimento di un BTP decennale italiano e quello del titolo tedesco equivalente, il Bund.
Perché proprio la Germania? Perché i suoi titoli sono considerati i più solidi d’Europa: il punto di riferimento.
Esempio:
- BTP decennale = 4%
- Bund tedesco = 2%
- Spread = 200 punti base (cioè 2 punti percentuali).
La Germania, oggi, è considerata il titolo “risk free”.
Ma attenzione: in finanza non esiste nulla di veramente privo di rischio.
“Risk free” indica semplicemente il titolo che, in un dato momento storico, è percepito come il più sicuro sul mercato.
Oggi è la Germania, in passato furono altri Paesi, in futuro potrebbe non esserlo più. Il concetto di “risk free” quindi non è assoluto, ma serve solo come benchmark di riferimento.
Ps. non sai cos’è il benchmark? ho fatto un reel che te lo spiega , clicca qui
Perché tutti ne parlano
Lo spread è visto come un termometro della fiducia.
- Se lo spread sale → significa che gli investitori si fidano meno e chiedono più interessi per prestare denaro.
- Se lo spread scende → la fiducia aumenta, e lo Stato si finanzia a tassi più bassi.
È un po’ come chiedere un prestito a due amici:
- il primo si fida e ti presta 100 € senza problemi,
- il secondo è più diffidente e ti chiede 100 € + una cena.
Quella differenza è lo spread (la cena).
Nel precedente articolo abbiamo visto che lo Stato emette titoli di debito per finanziare il Paese.
Uno spread alto significa un finanziamento più costoso: più risorse per gli interessi e meno per servizi, sanità o pensioni.
Un tuffo nel passato: il 2011-2012
Chi c’era lo ricorda bene: lo spread Italia-Germania superò quota 500.
Questo significava che lo Stato italiano doveva pagare il 5% in più rispetto alla Germania per finanziarsi.
Molti risparmiatori furono attratti dalle cedole elevate e comprarono BTP.
- Chi li ha tenuti fino a scadenza ha avuto buoni rendimenti.
- Chi invece aveva bisogno di venderli prima ha sperimentato una fortissima volatilità.
Questo dimostra che una mancata o errata pianificazione può portare più facilmente a una distruzione di valore, anziché alla sua creazione.
Come influisce nella vita privata?
Lo spread non è solo un tema da telegiornali o mercati: ha effetti concreti sulla vita di tutti i giorni.
- Se investi in titoli di Stato: uno spread alto significa cedole più ricche sui nuovi BTP, ma anche una perdita di valore per quelli già in portafoglio.
Esempio: se hai un BTP da 10.000 € con cedola al 3% e lo spread raddoppia, i nuovi titoli offriranno cedole al 5%. Il tuo, inevitabilmente, scenderà di prezzo per riallinearsi al mercato. - Se hai un mutuo: uno spread elevato rende le banche più caute, e i tassi sui mutui crescono. La rata mensile può diventare molto più onerosa.
- Se gestisci un’impresa: il costo del credito sale, diventa più difficile richiedere finanziamenti e, con l’inflazione più alta, crescono anche i costi per stipendi e produzione.
- ETF e fondi comuni governativi: non sono immuni da queste dinamiche, perché contengono anch’essi titoli di Stato.
Lo spread non è un mostro, ma un segnale
Lo spread non è il “nemico” dei telegiornali, ma un numero che fotografa la fiducia dei mercati.
La vera domanda non è:
“A quanto è lo spread oggi?”
bensì:
“Il mio portafoglio è costruito per raggiungere i miei obiettivi anche se lo spread sale?”
Ed è qui che entra in gioco la pianificazione finanziaria.
Una corretta pianificazione consente di:
- evitare strumenti a lunga scadenza se l’obiettivo è di breve termine;
- gestire con serenità eventuali oscillazioni se l’orizzonte temporale è lungo;
- ridurre il rischio di scelte dettate dall’emotività o dall’urgenza.
FAQ sullo spread
Lo spread può farmi perdere soldi?
Direttamente no. Ma se sale, i titoli già in portafoglio possono perdere valore e diventa più costoso finanziarsi.
Spread alto è sempre negativo?
Per lo Stato sì, perché paga più interessi. Per chi compra nuovi titoli, può significare cedole più ricche, ma anche maggior rischio.
Influisce sul mutuo di casa?
Sì. Spread alto = banche più caute = mutui più cari.
Quando preoccuparsi?
Non esiste una soglia fissa. Sopra i 200-250 punti segnala tensioni; oltre i 400-500 indica forte sfiducia.
Come proteggersi dagli effetti dello spread?
Con la diversificazione: non puntare tutto su titoli italiani, ma bilanciare strumenti e aree geografiche diverse.
Chi sono e come posso aiutarti
Sono Marco Zanin, consulente finanziario indipendente.
Il mio lavoro è aiutarti a proteggere e far crescere il capitale, senza conflitti di interesse, costruendo un portafoglio coerente con i tuoi obiettivi e sostenibile nel tempo.
Vuoi capire se il tuo portafoglio è pronto a reggere le oscillazioni dello spread?
Parliamone insieme: spesso la differenza non la fa lo spread, ma la pianificazione.

